Non ho avuto granché tempo per occuparmi dell'aggiornamento del blog ultimamente, come già raccontavo nel post scorso marzo è stato (ed è ancora) un mese ricco di impegni.
In particolar modo lo è stato la settimana scorsa, passata quasi quotidianamente a Cento per le prove de L'Italiana in Algeri, andata in scena sabato sera. Bisognoso di alcune comparse che interpetassero le odalische (o, come scritto nell'elenco interpreti, "femmine del serraglio"), il nostro amico regista ha deciso di reclutare delle vere (più o meno) danzatrici del ventre, ovvero me, Laura e mia sorella. Inizialmente il nostro ruolo era semplicemente ballare sullo sfondo in un paio di scene, poi il compito si è ampliato e ci siamo ritrovate a fare un po' di tutto.
Di sicuro è stata un'attività impegnativa e stancante, con anche un momento di profondo sconforto prima delle prove generali bisogna ammettere, ma più che altro si è trattata di una bellissima esperienza, pure parecchio interessante e divertente. Gli attori poi sono praticamente tutti molto simpatici, sempre carinissimi e disponibili nei nostri confronti. Tra l'altro è tutta gente parecchio esperta (se avete pensato fosse roba amatoriale solo perché hanno scelto gente come noi, beh, vi siete sbagliati di grosso!), a cercare il loro nomi su internet vengono fuori delle robe da farci sentire indegne di aver condiviso lo stesso palco.
Insomma, un'esperienza decisamente degna di essere fatta, del resto non capita tutti i giorni l'occasione di prendere parte alla messa in scena di un'opera! Io poi non ero mai nemmeno salita sul palco di un teatro prima d'ora, esclusione fatta per le recite di fine anno alla scuola media (sempre si possa definire "palco" quella cosa che c'è al teatro di Savigno) e il saggio di danza eseguito davanti ad un pubblico prevalentemente di amici e parenti. E poi volete mettere l'ebbrezza di trovare il proprio camerino invaso dall'intero coro in mutande? :P
Sabato prossimo abbiamo la replica a Budrio, nel frattempo ecco qua la recensione dello spettacolo
Ecco l'autore, il signor Rossini. Gli hanno anche intitolato una pizza, che credo sia uno dei più grandi onori che si possano ricevere |
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