giovedì 20 gennaio 2011

Neve

So che pioveva questa mattina presto.
Sentivo le gocce picchiettare sui velux della mia mansarda/soffitta/camera da letto.
Poi silenzio.
Verso le otto mi alzo, svegliata da Cora, la mia sveglia felina, che come ogni mattina viene a salutarmi affettuosa con la sua vocetta acuta, o almeno così piace pensare a me, molto più probabilmente quello che vuole comunicarmi coi suoi miagolii è che è ora di colazione e porca miseria lei ha fame e qualcuno si decida a scendere e riempirle la ciotola, dannazione.
Guardo fuori dalla finestra e tutto è bianco. Neve ovunque. Neve sul prato, neve sugli alberi e neve pure in cielo, perché sta ancora nevicando, neve che scende fitta fitta e va a raggiungere quella già posata.
La mia prima reazione è stata di gioia. Mi succede sempre così quando vedo la neve, anche quando va a rovinarmi tutti i programmi della giornata (tipo oggi), vedere che ha nevicato mi rende felice. Sarà un retaggio dell'infanzia, di quando abitavo in un posto dove avrà nevicato tre volte in dieci anni, di cui una era la grande nevicata dell'85 della quale però non ho memoria, anche se mi dicono che in quell'occasione vidi uno gnomo in centro a Bologna (al tempo ero fissata con gli gnomi e un qualsiasi uomo con un cappello a punta per me era uno di loro).
Tanto per cominciare questa sera si sarebbe dovuto iniziare la nuova avventura a Star Wars Roleplaying Game, dove finalmente il mio personaggio di razza non rammentata, ma proveniente dalle fogne, poteva dare il via alle sue azioni insensate (anche se non batterà mai quelle del gamorreano, trafittosi con una  coda mentre tentava di staccarla ad una lucertola gigante). Dato che a malapena si arriva in fondo alla strada figuriamoci giungere fino a casa di Dede.
Inoltre nel pomeriggio volevo andare al cinema a vedere "La Versione di Barney", che da domani pare tolgano da quasi tutti i cinema in cui è in programmazione, cinema che sono perfino lontani e scomodi da casa mia. Nulla anche qui, metti anche caso che riesca a scendere fino a Bologna, poi non potrei tornare a casa e mi toccherebbe dormire sotto porta Saragozza.
Vorrà dire che starò in casa a guardare la neve che si posa su altra neve, attività che può portarmi via fino a cinque ore, e a meditare sui sogni astrusi che ho fatto questa notte.
Messi da parte gli infetti questa volta mi è toccato sognare una guerriglia tra studenti e insegnanti. Era iniziata come normale protesta, poi non so bene come si è evoluta in qualche cosa di simile alla seconda guerra mondiale. 
Immagino si trattasse di un'altra avventura onirica quando invece ho sognato che le persone avevano frequenti mal di testa perché non erano persone reali, ma cloni di se stessi. C'era perfino la fabbrica di cloni, con tanto di mia insegnante di musica delle medie (?). 
Penso di essere sotto l'effetto da overdose di un particolare film. 
Sempre meglio degli infetti comunque! 

1 commento:

  1. uh... speriamo che non arrivi anche giù da me. Tra parentesi è una vita che vorrei giocare all rpg di Star Wars!

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